BOOK XI

 

 

 

Quest'arte non patisce la mediocrità. Principi per una rigenerazione della conoscenza del Canto

(Nella Anfuso, 1999).

Nell'attuale stato di decadenza di un'intera civiltà, si vuole ricordare, con il presente volume, la grande arte vocale dell'epoca d'oro del Canto che va dal XVI sec. agli inizi dell'Ottocento.

Fra tutte le arti, quella vocale è la più fragile, anche se la più intensa, e rispecchia, forse come nessun'altra, l'essenza stessa di una civiltà.

In questo seconda metà del XX secolo, in cui la Poesia è praticamente morta, cosa può essere del Canto, così intimamente legato ad essa? Se a ciò si aggiunge il "vile interesse" di cui parla già, sul finire del Settecento, Giambattista Mancini e la crassa ignoranza che stravolge anche l'importanza dei ruoli nelle odierne rappresentazioni operistiche (registi, direttori, cantanti: questi ultimi semplici marionette, interpretativamente, in mano ai primi due) si avrà un quadro completo della situazione attuale.

Ma il fatto più grave è la perdita totale della conoscenza di ciò che è ed è stato il Canto, perdita che ha provocato l'uso ed abuso di una terminologia in assoluto contrasto con il vero ed originario significato di essa.

Tale misconoscenza generale della buona vocalità diventa un fenomeno tragico nella "moda" della riscoperta del repertorio pre-ottocentesco. Per una ironia del Destino si assiste all'appropriazione di un'Arte vocale, che rappresenta la "summa" della vocalità, da parte di veri e propri mistificatori impotenti.

E' tempo dunque di conoscere veramente quale è stata la grande Scuola Italiana di Canto.

Questa pubblicazione si rivolge a tutti coloro che, con onestà di intenti e purezza di cuore, desiderano avvicinarsi alla conoscenza di un'arte quanto mai complessa e gustarne gli immensi tesori.

 

 

 

 

 

 

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