BOOK XVII

 

 

 

  
Annibale  Gianuario

Vincenzo Galilei, la Dissonanza e la Seconda Pratica

Discorso di Vincentio Galilei Intorno all'uso delle Dissonanze

(Ms. di Firenze)

Trascrizione paleografica e commento

"Questa carta (39) e la successiva (40) contengono realmente il credo della II pratica e ci sembra superfluo commentarle tanto ne è chiaro il significato: da un lato il soddisfacimento del senso (l’udito), dall’altro l’appagamento dell’intelletto nell’espressione dei concetti e la trasmissione dei propri "affetti"; niente di fantastico, quindi, ma induzione oggettiva degl’«altri nell'affettione di se stesso».   [...]

Crediamo sia assolutamente chiarita la differenza fra I e II pratica. Nella I pratica di musica l’armonia, essendo padrona dell’Oratione, porta al predominio della costruzione musicale e la parola, se c’è, è liberamente aggiunta o spiega un x tema svolto da suoni collegati secondo le buone regole del contrappunto; la II pratica di musica è invece, come abbiamo più volte detto, la realizzazione della espressione verbale, cioè della poesia, sicché la II pratica sarà sempre verbale, mentre la I pratica potrà essere vocale o strumentale".

Di Annibale Gianuario viene pubblicata la trascrizione paleografica, con commento, del "discorso" manoscritto di Vincenzo Galilei intorno all'uso delle dissonanze, unitamente ad un saggio, sullo stesso soggetto, del grande studioso.

L'argomento trattato è di somma importanza per la conoscenza della estetica che, fra il XVI ed il XVII secolo, ha determinato, in Italia, la realizzazione, unica nella storia della musica occidentale dopo la Classicità, del "Canto Poetico" (Seconda Pratica).

Il volume contiene, nella prefazione, il ricordo di alcune personalità della cultura odierna che hanno voluto illustrare alcuni aspetti peculiari della personalità di Annibale Gianuario del quale, per molti anni, sono stati estimatori ed amici.

 

 

 

 

 

 

 

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