SN 8814

 

  

P  O  I  E  S  I  S

  Musica: perché l'incanto estetico non consiste veramente nei fatti che narra la poesia, ma nell'accento della narrazione, nell'onda musicale che batte la memoria e a noi tramanda i miti, vivi del suono che ci commuove. Di qui il carattere di liricità di ogni racconto poetico; e di qui il ritmo, la concessione intrinseca, la vita dell'epopea omerica. Non è Achille che piange sulle dune del lido e chiama la madre dalle onde la vera causa della mia commozione. Non è Ulisse pensoso della patria lontana sulle rive dell'isola di Calipso il fatto poetico che Omero vuole comunicare. Il pianto di Achille è poesia perché ha un suono, quel suono di parole; e l'apparizione di Teti entra nel mio spirito perché è musica di marine solitarie, il gemito di un volto notturno profilato nella nebbia, una dolce voce materna sospesa sulle acque. Ogigia è l'isola della morte,  recinta di rigidi cipressi e bruna di viole, e si tinge di mesti colori sulla tela della poesia, perché i colori sono figure ritmiche e risplendono e si adombrano per la disposizione delle parole. 

La poesia non può essere altro che il discorso dell'individuo che faccia parlare uomini e cose con gli accenti della sua anima. 

L'animo di Omero ha accompagnato l'umanità dallo stato istintivo ed eroico allo stato del suo ingentilimento. Per modo che tutto il mondo umano fu abbracciato e cantato da Omero, con un respiro così ampio e lungo che nella storia della poesia non trovò l'eguale, né forse, in quella purezza e libertà di forme, potè più trovarlo. 

La Musa di Omero manda il suo canto sempre nuovo nei secoli umani perché è Musa spontanea, la vera Musa:  non accorta né costretta sulla pagina da ragioni esteriori. E si può credere anzi che non avesse neppur bisogno della pagina e che la sua voce fosse prima ascoltata e molto tardi trascritta. 

Miracoli che solo una Musa spontanea poteva operare, e non il simulacro di una Musa scaltrita che muta il suo volto nelle luci dei suoi specchi e compone e ricompone la sua bellezza contemplata e cercata. 

Da Omero ci viene l'eredità della poesia e il primo culto dell'umanità come vita dello spirito: quanto di più grande potè darci la Grecia. E dopo Omero seguitammo per questa via; e nei nostri abbattimenti ascoltammo e ritrovammo quella voce, e nuova lena ci sollevò. E così andando nella storia ci avvedemmo che la vera civiltà consiste di poesia e di pensiero. E ci avvedemmo anche, sempre più seguitando, che l'uomo, pure sostenuto dall'immaginazione, è destinato a pensare e a tormentarsi senza èsito certo. Ma intanto, per giungere alle sue conquiste quali che siano, e siano pur vane, l'uomo non può far altro che accettare questo destino e rinnovarlo: naufrago come Ulisse, ed oltre e più di Ulisse, avventurato nel mare infinito dell'Essere.

   I. LAMENTO DI ARIANNA

 

   II. Speranza

         Orfeo

 

   III. Messaggera

         Orfeo

 

   IV. Lettera Amorosa II

         Se pur destina

 

NELLA  ANFUSO  Cantatrice
Pier Luigi Polato Chitarrone 
  Margherita Dalla Vecchia Organo di legno Bottega Teatrale di Firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Testo Musicologico del Prof. Annibale Gianuario

 

 

 

 

 

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